Questa volta, complici le buone condizioni del mare e la tempestività dei soccorritori, tutto si è risolto in una multa per i velisti, ma non va dimenticato l'incidente dello scorso inverno.
Un costoso yacht cercava riparo nel porto di Vieste, le condizioni del mare erano al limite della sicurezza e la tramontana soffiava oltre i 30 nodi. Quando il comandante cercò di entrare in porto fece uno sbaglio e finì con il bulbo della deriva sulla sabbia, restando in balia delle onde per ore.
Inutili furono gli sforzi dei mezzi di soccorso della Capitaneria, il vento ed il mare hanno la meglio. Le condizioni erano talmente gravi che venne chiusa al traffico via Cristoforo Colombo e proprio mentre la potente imbarcazione Desirèe della compagnia Trimigno tentava il tutto per tutto, la deriva della barca si staccò dallo scafo permettendo all??equipaggio di rientrare al porto.
Bilancio dell??incidente: migliaia di euro in fumo, notevole dispiegamento di forze, disagi in tutto il porto e tanta, tanta paura.
Cosa si può fare per evitare il ripetersi del fenomeno? La ??Tolleranza zero" nei confronti dei comportamenti irresponsabili e pericolosi?? tanto pubblicizzata nell??operazione ??Ferragosto Sicuro? delle Capitanerie di Porto è sufficiente? Oltre che sulle carte nautiche si possono prevedere segnali idonei a mare, per ??convincere?? i naviganti meno esperti? Un porto turistico che si rispetti può tollerare zone di basso fondale inferiori a un metro?
E a quando il dragaggio della sabbia che procede inesorabilmente ogni giorno senza che nessuno parli nelle sedi istituzionali?




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