VIESTE – Riparte la mattina del 14 aprile il mercato della frutta e della verdura. Giusto a fianco dello stadio, dove è sempre stato, e resterà aperto sino a venerdì, accompagnato dalle prevedibili polemiche di chi vede in una struttura all'aperto un potenziale pericolo di contagio per il corona virus.
La paura fa novanta dice il
proverbio, ma a Vieste fa forse pure 180. Il timore di ritrovarsi nel
pantano di chiusure per epidemia che riguarda tutta l'Italia, potrà
essere scalfito da una sorta di impermeabilità al virus?
E' questa la speranza dei tantissimi viestani che vivono di turismo e che contano sulla sostanziale immunità che finora ha protetto il paese. I due casi registrati infatti riguardavano vittime molto anziane, con altre malattie e con gravi condizioni di salute: sempre in ospedale a San Giovanni Rotondo.
Ma se la gente parte all'arrembaggio dei banchi
di arance, cime di rape e carciofi per cinque giorni alla settimana
che succederà?
A dare voci ai timori è Nicola Palumbo, titolare del ristorante pizzeria Teresina in via Battisti; come i suoi colleghi è chiuso dalle disposizioni nazionali ma non per questo rinuncia a mettere il peperoncino sotto la seduta degli assessori.
“Noi titolari di attività commerciali – attacca – ci chiediamo perchè il sindaco e l'assessore abbiano deciso con tanta fretta la riapertura del mercato in fondo a via Giovanni XXIII. Che furia c'era di ripartire? Nulla contro i signori ambulanti, ci mancherebbe, anche loro lavorano. Ma noi tutti siamo nelle stesse condizioni e quindi, se si teneva chiuso per altre due settimane, in fondo non c'era niente di male. Mica si salva la patria riaprendo le bancarelle due settimane prima. Che fine fa il distanziamento sociale che viene tanto sbandierato?”
In Comune avevano messo in conto le critiche e quindi hanno mobilitato la Polizia Municipale per applicare con chiarezza le regole adottate nel resto d'Italia per le vendite di alimentari all'aperto. Vediamo insieme cosa è stato programmato in modo da fare il confronto con quello che verrà realizzato.
GLI SPAZI. Da sabato sono stati segnati per terra con la vernice gialla gli spazi per le bancarelle. In gergo si chiamano stalli: ampiezza e dislocazione sono stati disegnati per consentire una distanza di vari metri tra un rivenditore e l'altro.
BANCARELLE. Dovrebbero essere da 12 a 15, a seconda delle presenze. Poco meno della metà sono viestani, e altrettanti vengono da Manfredonia. Poi c'è chi arriva da Vico e da Barletta, alcuni solo in un paio di giorni alla settimana.
RECINTO. E' uno dei due punti spinosi. Per decreto queste aree devono essere delimitate e recintate per regolare gli accessi e le uscite. Come al supermercato. Dappertutto, a cominciare dalla Puglia che è stata la prima in Italia in questo senso, la soluzione è semplice ed economica. Transenne attorno all'area predestinata con una sola entrata e una sola uscita: tanti clienti entrano e tanti escono, uno per volta per bancarella. Al massimo due o tre in attesa. Gli altri aspettano all'esterno, in coda, con la mascherina, possibilmente.
ACCESSI. Per evitare assembramenti dovranno essere rispettati i limiti di affollamenti, su due basi. Non ci si trattiene tra i banchi, ovvero si entra, si compra e si esce. Si aspetta il proprio turno d'entrata quando gli altri sono usciti.
IGIENE. Mascherine per gli ambulanti addetti alla vendita. Lo stesso anche per chi entra.
CONTROLLI. I quattro, cinque agenti della Municipale sono davanti all'entrata e all'uscita per controllare il rispetto delle norme e multare chi non si adegua, ma con opera di convincimento per anziani e polemici sempre in agguato.
SICUREZZA. Non guastano anche i guanti sottili di plastica. Come dire: più evitiamo pericoli e meglio stiamo tutti.
ORARI. Apertura dalle 7 alle 13. Sabato e domenica tutto chiuso. E le settimane successive replica da lunedì ma sempre con la chiusura nel fine settimana.
Vieste 13 aprile 2020